Nuova Convenzione Assicurativa per la
Tutela Legale delle Aziende di cannabis Light.

Dall’inizio di questo mercato non sono mancati sequestri, denunce e repressione verso chi lavora nel settore. Con il governo Meloni queste azioni repressive hanno ricominciato ad intensificarsi (ps sono stato denunciato anche io) Solo uniti potremmo resistere e ottenere i diritti che ci spettano.

 L’Associazione Nazionale Canapa Sativa Italia è lieta di presentare un importante traguardo nell’impegno di tutela dei propri associati: la nuova convenzione assicurativa per la Tutela Legale Penale delle aziende operanti nel settore della cannabis.

La prima cosa da fare è iscriversi a CSI, questo permette di beneficiare di sconti sulla polizza assicurativa e accedere a una serie di servizi e convenzioni. Chiunque con un attività che sia agricola o commerciale può aderire all’associazione.

L’assicurazione mira a garantire la protezione di tutti gli operatori del settore canapa dall’agricoltura alla trasformazione fino alla distribuzione, fornendo una copertura contro i rischi legali e gli oneri associati ai procedimenti giudiziari.

Il premio annuale varia tra 200 e 450€, calcolato in base al rischio specifico dell’azienda. Questa bassa quota copre le spese legali fino a 50.000 euro per processi che coinvolgono le figure apicali dell’azienda e sostiene le spese in caso di assoluzione, archiviazione o formule equivalenti.

L’assicurazione offre la possibilità di selezionare uno studio legale di fiducia, mantenendo un limite di 5000€ per le spese di trasferta degli avvocati al di fuori del distretto di corte d’appello in cui si svolge il processo.

🔬Ricorda, oltre alla copertura assicurativa, l’iscrizione a CSI ti offre l’accesso a convenzioni con studi legali e periti tossicologici per eseguire perizie, permettendo di gestire le spese legali direttamente attraverso l’assicurazione.

@spaziocanapa

L’ERBA DELLA MELONI È SEMPRE PIÚ VERDE

Avete sentito l’ennesima bufala della Meloni sulla cannabis geneticamente modificata con THC oltre il 70%? Ma secondo voi dove la trova una cannabis così?

Il dibattito sulla legalizzazione in Italia è contaminato da bufale e fake news sulla cannabis, noi di Meglio Legale ci impegniamo ogni giorno per mandare in fumo il proibizionismo e gli affari delle mafie.

I dati dei sequestri forniti dal ministero dell’Interno parlano di una media dell’11% di Thc. La Premier chieda a Piantedosi.

“L’importanza di questo incontro non è tanto quello che possiamo convincere la Commissione europea a fare, è piuttosto vedere che non si intromettano e ostacolino questo processo”.

Un messaggio chiaro e lapidario, quello recapitato direttamente dal Parlamento europeo che, senza tanti giri di parole, chiede alla Commissione di farsi da parte e di non ostacolare il processo di riforma della cannabis.

L’occasione è stata quella del primo dibattito all’interno del Parlamento europeo sulla cannabis, in una sessione chiamata “Legalizzazione dell’uso personale della cannabis: scambio di buone pratiche”.

Da quanto racconta Business of Cannabis, l’evento, che si è tenuto a Bruxelles, è stato co-sponsorizzato da quattro dei sette principali blocchi politici europei che rappresentano quasi il 50% dei 705 membri eletti del Parlamento.

La sessione è stata presieduta dal politico irlandese Luke Flanagan, membro del Parlamento europeo (MEP), che ha recapitato il messaggio che abbiamo riportato in apertura alla Commissione europea.

approfondimenti su:

@spaziocanapa

La repressione continua:

premesso che NON invitiamo nessuno a mettersi al volante sotto l’effetto di qualsiasi sostanza stupefacente, riteniamo eccessive e totalmente repressive alcune misure previste dal nuovo DDL approvato dal Consiglio dei Ministri e che ora attende la discussione in Parlamento.

Non abbiamo nulla contro le pene imposte per chi guida effettivamente sotto l’abuso di sostanze stupefacenti come droghe varie o alcolici.

Il nuovo DDL che si riferisce agli alcolici prevede la revoca della patente fino a 2 anni, invece che 1, per chi guida con tasso alcolemico tra 0,8 e 1,5 g/I.
Revoca invece di 3 anni per chi guida con tasso alcolemico superiore a 1,5 g/I.

Nulla da dire se tali pene venissero imposte nello stesso senso anche per quanto riguarda il resto delle droghe (come tra l’altro accade già oggi). Quindi se si risultasse alterati psico-fisicamente al momento del controllo. Ma non è cosí, ecco la follia.

La nuova riforma prevede il ritiro della patente per chi guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, a prescindere dallo stato di alterazione psico-fisico al momento del controllo.

Cioè, se una persona consuma una sostanza oggi ma viene fermato tra due o tre giorni imbattendosi in un controllo potrebbe perdere la patente anche se in quel momento risultasse totalmente lucido e conforme alla guida. Questo varrebbe per le droghe e non per l’alcool (che è comunque una droga ricordiamolo). È come se le forze dell’ordine entrassero in un bar e iniziassero a ritirare la patente a tutte le persone con tasso alcolemico sopra lo 0,5, anche se queste ultime non fossero al volante.

Tutto questo sembra davvero assurdo. Si ha l’impressione che questo governo, più che voler salvare vite umane, voglia stigmatizzare e reprimere le libertà di scelta di ogni singola persona. Ribadiamo con fermezza che NESSUNO dovrebbe guidare sotto l’effetto di qualsiasi sostanza, ma questo a ben poco a che vedere con il nuovo DDL proposto da Salvini & co.

@spaziocanapa

Mentre in Italia una Giorgia Meloni isterica e repressa, continua la sua caccia alle streghe perseguendo la cannabis, gli altri Stati europei avanzano verso il progresso normando e legalizzando la produzione e l’utilizzo di questa pianta.

Il Lussemburgo diventa il secondo paese europeo (dopo Malta) a legalizzare la cannabis. Prevediamo una reazione a catena per tutti gli altri Stati dell’Unione Europea. Probabilmente Germania, Repubblica Ceca e Portogallo saranno i prossimi ad adottare questa politica nei confronti della cannabis.

In Italia invece, si racconta ancora la favola di Cappuccetto Rosso, continuando a reprimere gli utilizzatori e a favorire le mafie, grazie ad un governo sordo ma probabilmente anche corrotto.

Ricordiamo che dall’altra parte del mondo (dove nacque il proibizionismo) la cannabis è completamente legale in tantissimi Stati e i risultati sono assolutamente positivi, con percentuali significative che vedono la diminuzione dell’utilizzo da parte dei giovani e introiti miliardari tolti alle mafie e dirottati nelle casse dello Stato.

@spaziocanapa

Premesso che secondo il nostro modesto punto di vista, di fronte a qualsiasi offerta economica ogni ViP dovrebbe prima domandarsi se ciò che afferma corrisponde alla verità o meno. Senza limitarsi a leggere un copione in cambio di denaro, soprattutto quando l’argomento risulta delicato come quello delle sostanze stupefacenti. Ma sappiamo che il dio denaro attira molto, e anche l’amicizia con determinati personaggi può sempre risultare utile.

Nessuno vuole invitare la popolazione all’utilizzo delle droghe ma allo stesso tempo sicuramente fare propaganda insensata e antiscientifica non risolve il problema, anzi probabilmente alimenta la trasgressione, soprattutto nei giovani.

Sulle droghe c’è bisogno di informare ed educare le persone, soprattutto i più giovani. Solo con questo metodo si possono ottenere risultati tangibili. Ne sono una prova concreta i paesi che hanno deciso di regolamentare alcune sostanze stupefacenti con annesse informazioni ed educazione sull’argomento.

Basta guardare ai paesi americani che hanno scelto di legalizzare la cannabis, vedendo diminuire l’utilizzo della stessa da parte dei giovani fino al 35% in alcuni casi. Dati che il nostro governo continua ad ignorare, proponendo pura repressione che negli ultimi 50 anni ha visto solo aumentare le persone che ne fanno uso.

Senza contare il danno che si arreca alla criminalità organizzata nel legalizzare determinate sostanze sotto il controllo dello stato. Introiti che verrebbero dirottati dalle tasche dei malviventi alle tasche del governo. Soldi utili anche per informare i cittadini e non per reprimerli.

Basti pensare che il governo italiano spende milioni di euro per fare prevenzione all’abuso di alcohol (legale) che causa circa 50.000 morti all’anno in Italia e ne spende tanti altri per reprimere l’utilizzo di cannabis che non ha mai ucciso nessuno nella storia dell’umanità.

Il governo italiano limita la sua “lotta alla droga” a video propagandistici e conferenze colme di fake news che di scientifico non hanno niente ma hanno il solo scopo di terrorizzare le persone, senza dare loro informazione ed educazione.

Questo scempio quando finirà?

@spaziocanapa

Le tempistiche per la presentazione e approvazione della legge di bilancio si fanno sempre più stringenti. È dunque normale che inizino a circolare varie ipotesi di misure che potrebbero essere inserite nella manovra. L’ultima idea del governo Meloni, per incrementare le entrate nelle casse dello stato, potrebbe essere quella di un aumento della tassazione sulle sigarette tradizionali e sui prodotti a base di “cannabis light”.

Tuttavia la misura, sul lato tabacco, non sembra piacere a tutti, e nella maggioranza c’è chi frena. Ecco la situazione.

Sigarette e cannabis light, aumenta il prezzo? L’ipotesi in manovra

 

Il governo Meloni ha già annunciato, come misura principale della prossima manovra di bilancio, lo stanziamento di circa 30 miliardi di euro per far fronte al caro energia. Si tratta di uno stanziamento decisamente importante, e per sostenere misure del genere è dunque necessario per il governo cercare anche nuove possibili fonti di introiti per le casse dello stato.

L’ultima idea a circolare è quella di un possibile aumento della tassazione per sigarette tradizionali e prodotti a base di cannabis light, ovvero prodotti a base di cannabis che contengono però un quantitativo di principio attivo (THC) che rispetta i limiti imposti della legge (sotto lo 0,5%).

Per quest’ultimo settore, quello dei rivenditori di cannabis legale, al momento la tassazione prevista è del 5% per i primi 5 anni. L’ipotesi su cui il governo sta ragionando è quella di alzare fin da subito l’aliquota al 15%.

Dubbi sull’aumento per le sigarette, più probabile quello sulla cannabis

 

Nel Governo ci sono diversi dubbi circa l’opportunità di un aumento sulle sigarette tradizionali. Le perplessità sono innanzitutto basate sul fatto che il settore del tabacco sarà già gravato, dal prossimo anno, da nuovi aumenti di tasse. A gennaio 2023 scatterà infatti un ulteriore aumento sul cosiddetto tabacco riscaldato, la cui imposta salirà al 40% come conseguenza di una serie di aumenti scaglionati impostati negli ultimi anni (era già salita al 30% per il 2021 e al 35% per il 2022). Per questo motivo l’esecutivo non è del tutto convinto di un intervento in questo settore.

Maggior convinzione c’è invece su un aumento della tassazione per il settore della cosiddetta cannabis legale, già presa di mira dal leader della Lega Matteo Salvini nel governo Conte I di cui faceva parte. E ora infatti sembra che proprio la Lega stia spingendo sull’approvazione di un aumento delle aliquote previste per i prodotti a base di cannabis. E nel resto della maggioranza non pare destarsi alcuna voce in contrasto con una misura in tal senso.

di Trend Online

 

VISITA LO STORE

La legislatura è iniziata da neanche due giorni, e già i guai sono in arrivo. La destra di questo Paese continua a fare della guerra alla cannabis un folle, dannoso e stupido baluardo ideologico. Non soltanto rendendo piena di ostacoli la via verso la legalizzazione, ma volendo andare a colpire persino ciò che oggi è GIÀ legale.

Questo il meraviglioso disegno di legge depositato al Senato, a prima firma Maurizio Gasparri, classificato come “DIVIETI, DROGHE E SOSTANZE ALLUCINOGENE”, che getta un’ombra molto tetra su ciò che ci aspetta: perché andare a colpire il settore della cannabis light, oltre a rappresentare un’azione totalmente antiscientifica e priva di buonsenso, mette a rischio più di 10.000 posti di lavoro.

Ci aspetta una lunga e faticosa opposizione, in Parlamento e sui territori, e dovrà essere molto più unita, molto più responsabile, molto più coraggiosa di quanto non sia mai stata.

Michele Usuelli

Consigliere Regionale Lombardia

@spaziocanapa

Gli attivisti di Meglio Legale ci ricordano che l’ultima volta che un partito di destra è stato al governo ha speso 2,5 MILIONI per l’operazione “scuole sicure” e mandare i cani poliziotto a perquisire gli studenti direttamente in classe. Su ciò preferiremmo stendere un velo pietoso.

In oltre credono che parlare con i più giovani delle opportunità della legalizzazione, dei rischi e dei pericoli di un abuso del consumo di cannabis, sia molto più utile ed efficace. E lo fanno direttamente nelle scuole.

L’iniziativa è semplicemente straordinaria e crediamo vada amplificata. Stiamo lavorando anche noi ad un progetto simile iniziando dalla nostra regione: il Veneto.

La scuola è importante ma fare bene scuola lo è ancora di più.

Complimenti a chi ogni giorno si impegna per portare questa cultura anche ai più piccoli.

Salute di Canapa

Il tribunale ribalta la sentenza in primo grado con cui la donna aveva preso 16 mesi di carcere. In appello invece è arrivata l’assoluzione con formula piena perché l’utilizzo era necessario per curare la grave malattia che le provoca dolori cronici.

Da sedici mesi di carcere e 800 euro di ammenda all’assoluzione con formula piena. La buona notizia arriva per un’insegnante di Milano sorpresa in casa con alcune piante e circa un chilo di cannabis strettamente necessaria per la cura della patologia cronica con cui è costretta a vivere.

Il tribunale, nello specifico la quinta sezione penale della Corte d’appello di Milano, ha deciso di ribaltare la sentenza del primo grado che l’aveva condannata a 16 mesi di detenzione e 800 euro di multa. Oggi invece la donna, difesa dall’avvocato Marco Baroncini, è stata assolta con formula piena «perché il fatto non sussiste».

La difesa infatti è riuscita a dimostrare inequivocabilmente che la marijuana che deteneva, ma soprattutto coltivava in casa, era necessaria per uso terapeutico e personale.

L’appartamento della donna, residente a Casoretto, era stato oggetto di segnalazioni anonime da parte del vicinato con la motivazione, segnalata anche negli atti del processo, che all’interno girava parecchia erba.

Le forze dell’ordine, al momento della perquisizione, avevano quindi ritrovato 739,59 grammi di Cannabis confezionata in barattoli e pacchettini di diverso peso, affermando anche che si trattava senza dubbio di una produzione casalinga e non proveniente dalle piazze di spaccio.

di Softsecrets

↓ VISITA LO STORE ↓

×