Dolce Vita Magazine (link articolo completo in fondo)

Di questi tempi si parla molto di salute, giusto? Non è vero!
Di questi tempi, nei dibattiti e bollettini sanitari veicolati dai mass media, si parla di malattia! Si parla di virus, di contagi, di epidemia, di pandemia… si usa la metafora della guerra per dire che stiamo combattendo contro il nemico-virus. E le armi che abbiamo a disposizione sono barriere fisiche come le mascherine, il distanziamento sociale, l’isolamento, la “sanificazione” degli ambienti, le disinfezioni assidue, i lavaggi delle mani, fino ad arrivare poi a quello che molti vedono come la “protezione suprema”, il vaccino.

Il virus della paura iniettato dalla comunicazione: quali sono gli effetti?

Osserviamo in modo curioso questo fenomeno dal punto di vista della comunicazione, e degli effetti che sappiamo – da sempre – la comunicazione ha sugli esseri umani. Riconosciamo la comunicazione che evoca emozioni di paura, e l’accento oggi è messo su questo. E la paura stimola il rilascio di ormoni che, alla lunga, debilita il nostro sistema immunitario.

Siamo andate alla ricerca della definizione di salute data nel 1948 dall’OMS, e abbiamo visto che, come è giusto che sia, questa considera l’essere umano da un punto di vista olistico (un’unità di corpo-emozioni-mente): “La salute è uno stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplicemente l’assenza di uno stato di malattia o infermità.”

Noi sappiamo che ogni donna e uomo dà il meglio di sé (ed è in grado di superare qualsiasi avversità esterna)  quando sente di avere un potere personale. Quando si sente protagonista della propria vita, quando percepisce di avere un certo grado di controllo attivo sull’ambiente esterno e soprattutto su di sé, sulle proprie risorse interne.
Al contrario, dà il peggio di sé quando si sente vittima di qualcosa di esterno, o impotente. Quando è in preda alla paura, o all’angoscia, o all’incertezza prolungata. La pro-attività è la base fondante della resilienza.

Sistema immunitario: “l’arma” dimenticata

Tornado al dibattito sui mezzi di comunicazione di massa quello che ci colpisce è la quasi totale assenza, a parte alcune rare voci a cui non viene data grande rilevanza, di approfondimenti che riguardano il come occuparsi in maniera attiva di rafforzare il proprio sistema immunitario, il nostro primo sistema di difesa contro le malattie.
Anziché mettere l’accento sulla nostra possibilità di essere e mantenerci sani viene invece piantato nelle nostre teste il virus della paura, del dubbio (il più forte tra tutti i virus!)
Un esempio su tutti: la potente frase di “magia nera comunicativa” pronunciata da Roberto Burioni: “Tutti dovremmo considerarci malati, potenzialmente infetti”.
L’invito che riceviamo, a livello di massa, è quello di restare nella paura.
Non potremo considerarci tranquilli fino a quando non avremo il vaccino”. Ecco un’altra esortazione ad abdicare al nostro potere personale, e delegare a un avvenimento esterno la nostra sensazione di sicurezza o la mancanza di essa.
Siamo incoraggiati, a livello di massa, a chiedere alle mascherine, ai disinfettanti, alla distanza e più in generale ai farmaci, ai medici, al sistema sanitario di sostituirsi a noi e a quello che invece possiamo attivamente fare per mantenere l’efficienza del nostro sistema immunitario.
Questo è il modo in cui resteremo sempre in uno stato di “addormentati in vita”, impotenti, vittime.

ARTICOLO COMPLETO SU: https://www.dolcevitaonline.it/potenziare-il-sistema-immunitario-difendersi-dai-virus/

Si è vero, se vi domandassero di trovare una nota positiva dal primo gennaio 2020 ad oggi probabilmente in pochi avrebbero qualcosa da raccontare. Ma di cose spiacevoli, di tragedie, ne potremmo parlare fino all’anno prossimo. A partire dalla morte di uno dei simboli dello sport per eccellenza come Kobe Bryant, passando per la strage infinita del Covid-19, finendo (si spera) con la tragica esplosione devastante avvenuta pochissimi giorni di fa al porto di Beirut in Libano.

Non c’è molto da dire sulle tragedie accadute da inizio anno ad oggi, hanno sconvolto la vita di tutte le persone del mondo, cambiando radicalmente molti loro principi, abitudini e la visione della vita in molti casi. In particolare ovviamente la tragedia provocata dal coronavirus, i quali effetti devastanti a livello psicologico hanno rischiato di fare più danni del virus stesso. Troppa negatività, troppo allarmismo, troppo terrorismo mediatico hanno contribuito per molte persone all’avanzamento di malattie quali non solo il Covid-19. D’altronde è la medicina a spiegarci come sia possibile perdere difese immunitarie in situazioni di stress, agitazione o paura.

Ormai il danno è fatto, e questo non vuole essere certo un articolo di contestazione all’operato dello Stato, comunque completamente da rivedere, come dimostrato da documenti trapelati dalla fondazione Einaudi i quali sostengono l’eccesiva misura restrittiva del Consiglio dei ministri in base ai documenti del Comitato Tecnico Scientifico. Per quanto riguarda ciò si spera che la magistratura faccia il suo corso, quello serio, non quello solito. Sappiamo quanti morti ha fatto il virus, ma non sappiamo ancora con precisione quanti morti ha fatto l’incompetenza del nostro governo, anzi “governo loro”, visto che di “governo tecnico” si parla.

 

Ma come abbiamo già detto, archiviamo quest’aspetto della faccenda e concentriamoci sul “dopo”.

E dopo?

E chi ha chiuso?

E chi non ce la farà?

Cosa faremo?

Troppa negatività nell’aria, da troppi mesi. Negatività in eccesso, promossa senza alcun motivo.

Bisogna partire da qui, da questa negatività, trasformandola in energia, in opportunità, in voglia di rialzarsi. La vita non sta di certo in un decreto, in una tv, in una legge e tanto meno vive a Palazzo Chigi. Ripartite riprendendovi la vita, la felicità e la serenità. Non dobbiamo mai e poi mai preoccuparci delle cose che ancora devono succedere, ciò non vuol dire “non fare prevenzione”, ma esiste una linea che definisce “prevenzione” e la separa da “terrorismo psicologico”. Il giorno in cui si capirà questa differenza i popoli andranno in rivolta e non ci sarà tv o “giornalino” a reggere. La nostra non deve essere una ripartenza, ma un continuo, un proseguimento di ciò che stavamo già  facendo. Ogni tanto sarebbe utile spegnere la tv, stracciare i giornali e vivere semplicemente ciò che ci accade senza essere condizionati da notizie che ci bombardano il cervello tutti i giorni, notizie tristi, paura, ansia e preoccupazioni spesso e volentieri inutili. Iniziamo a concentrarci sulle nostre vite e non su un teatro messo in onda ogni giorno dai media.

Iniziare a riconquistare la propria serenità può essere molto semplice.

Spegnere la tv e non leggere i quotidiani!!!

Non ci credete? Provate due tre giorni e vedrete.

Concentratevi sulle cose essenziali che circondano la vostra vita, le cose concrete, reali che potete vedere e toccare non immaginare attraverso uno schermo per come vengono poste. Non c’è nulla di più deleterio che farsi bombardare il cervello dalle brutte notizie. Anche se si pensa di riuscire a contrastarle e a reagire con forza, il sistema celebrale comunque percepisce negatività e per quanto poco l’umore ne risente.

Siamo noi a dover decidere per il nostro umore, non possiamo mai e poi mai permette che una scatola nera, una semplice tv o giornale possa influenzare il nostro stato emotivo. Oggi purtroppo è così, ed è al quanto preoccupante che basti così poco per sconvolgere in modo concreto la vita di chi un determinato evento non lo vive nemmeno in prima persona. Non possiamo credere che il nostro umore possa essere controllato in base alle notizie. Sarà un caso ma nelle principali tv il 99% delle notizie è triste, negativa, o comunque simile. Di notizie positive ne è pieno il mondo, cercatele!

Ripartite! Ripartite da voi stessi!

Disconnettetevi, spegnete la tv, chiudete il giornale, aprite la mente!

Roberto D’Aponte

La Canapa avanza, e con lei avanza il miglioramento nella vita delle persone. Purtroppo non avanza il governo italiano che puntualmente si gira dall’altra parte davanti ad un potenziale forse mai visto prima.

Negli articoli precedenti abbiamo spiegato il valore del CBD correlato al Sistema Endocannabinoide e i principali benefici su determinati fastidi o patologie.

Oggi vi proponiamo la testimonianza significativa di due dottori, in quanto abbiamo sempre sostenuto che nessun medico è a prescindere contro la Canapa, ma semplicemente, chi non ne parla è perché non conosce l’argomento.

Vi ricordiamo che l’unica differenza tra Canapa, Cannabis e Marijuana sta solo nel nome. La pianta è sempre la stessa.

Inizialmente la posizione di Antonella Chiechi, medico chirurgo specialista in endocrinologia era quella di chi è contrario per partito preso, ma successivamente, anche grazie alle pressioni di un amico, ha iniziato a documentarsi sui valori nutrizionali dei semi di canapa e dell’olio in particolare e la diffidenza ha lasciato il posto prima alla curiosità e poi alla voglia di raccontare, tutti le “stupefacenti” proprietà di questo prodotto naturale. La dottoressa ha dichiarato: “Dopo essermi documentata in merito, ma soprattutto dopo averlo utilizzato su di me e sui miei familiari, ho scoperto che l’olio di canapa da molti benefici rispetto a qualsiasi olio comunemente utilizzato in cucina, anche rispetto all’olio extravergine di oliva. Se assunto con continuità migliora il metabolismo basale, aiuta a rafforzare il sistema immunitario e indirettamente (in quanto non è un farmaco) a combattere alcune patologie infiammatorie del sistema respiratorio: in generale fortifica contro gli stimoli aggressivi che possono arrivare dall’esterno. Nel mio lavoro lo consiglio ai pazienti che hanno problemi con il colesterolo alto. Nei casi lievi, dove non ci sono particolari patologie associate, il colesterolo si abbassa dopo alcuni mesi di somministrazione. Inoltre può essere usato anche localmente come un unguento antinfiammatorio in caso di arrossamenti cutanei, basta applicarlo localmente e massaggiare la parte interessata. È stato dimostrato che la somministrazione quotidiana di olio di canapa abbassa i livelli nel sangue di colesterolo e trigliceridi, oltre ad avere un’importante funzione protettiva sul cuore dopo un danno, ad esempio un infarto”.

Inoltre dichiara: “È per tutti. Per tutte le sue proprietà, come la proporzione ideale di grassi Omega-3 e Omega-6 presenti, può essere considerato un “vaccino” nutrizionale, nel senso che ha tutti i benefici di un alimento protettivo se inserito nella dieta quotidiana”.

Se la dottoressa è stata convinta da un amico, ricorda che quell’amico, per una persona che ignora i benefici di olio e semi di canapa, potresti essere tu.

Il Dottor Marco Bertolotto, invece, dirige da 15 anni il Centro di Terapia del Dolore e Cure Palliative dell’Ospedale Santa Corona di Pietra Ligure e il Dipartimento di Riabilitazione della ASL2 Liguria. Durante la sua attività clinica si è confrontato ogni giorno con malati che soffrivano di ogni tipo di dolore, e la continua ricerca di nuove strategie terapeutiche hanno condotto il dottore alla Cannabis per uso medico. Così affermava nel 2017: “La Cannabis è una pianta straordinaria e l’effetto entourage fu la prima cosa che notai. Iniziai con le tisane, per poi passare rapidamente agli oli, imparando a tarare i dosaggi sui malati, in modo sartoriale, cercando per ognuno di loro la giusta dose che garantisse l’effetto antalgico senza effetti collaterali. La ricerca sta facendo salti da gigante e ogni giorno abbiamo importanti novità dal mondo scientifico: in Italia abbiamo ottimi ricercatori che, nonostante la carenza di fondi e una normativa che ostacola la ricerca scientifica con le inflorescenze di Cannabis, si collocano tra i maggiori scienziati del mondo in questo campo”.

Inoltre aggiunge: “Le vie della conduzione e della elaborazione dell’esperienza dolorosa, partono dalla periferia del nostro corpo (cute, muscoli, ossa, intestino…), arrivano al midollo spinale, e da qui continuano fino al cervello. Giunti nel cervello gli stimoli, partiti dalla periferia, danno origine a segnali che ritornano verso il basso fino al midollo spinale, dove vanno a modulare gli stimoli che arrivano dalla periferia. È un circuito elettro-chimico sofisticatissimo, di cui conosciamo solo pochi aspetti, ma la cosa straordinaria è che in ognuno di queste tappe percorse dallo stimolo doloroso, ci sono recettori per i cannabinoidi, che hanno la funzione di modulare, ridurre, bloccare il dolore.”

Conclude: “Siamo solo all’inizio di un percorso affascinante, che ci aprirà a scenari che la scienza ancora non riesce ad immaginare. A noi medici spetta il compito di affrontare questa nuova sfida terapeutica. Siamo ancora pochi, ma il numero di medici che dimostrano interesse sta crescendo di giorno in giorno. Recentemente in un convegno a Bologna sull’uso dei cannabinoidi nel trattamento del dolore cronico ho detto ai colleghi che mi ascoltavano, che il medico di fronte alla Cannabis deve avere tre caratteristiche: umiltà, curiosità, obiettività. Umiltà perché si fanno i conti con la propria ignoranza, curiosità perché è questo lo stimolo principale della conoscenza, obiettività perché il pregiudizio non permette di vedere i dettagli.”

Ecco due testimonianze da chi indossa un camice e vede in questa pianta meravigliosa molti benefici per l’essere umano. Una vasta gamma di principi benefici totalmente naturali e riconosciuti dalla comunità scientifica ormai quasi da trent’anni. È il momento di affrontare l’argomento su tutti i fronti. Iniziando appunto dall’aspetto del benessere salutare, la cosa più importante che esista. Ancora oggi, nel 2020 ci sono pazienti bisognosi Cannabis Medica o derivati, che soffrono per la carenza di questo prodotto, oppure sono costretti ad autoprodursela commettendo un reato. Si, perché ancora oggi, inspiegabilmente e contro tutti i diritti civici e costituzionali, coltivare cannabis è reato. C’è un estremo bisogno d’informazione e di cambiare una legge ingiusta, che reprime onesti cittadini, con l’unico risultato di sfamare le casse della criminalità organizzata.

Nello stesso momento in cui scriviamo questo articolo, oggi 25 giugno 2020 a Roma – Palazzo Montecitorio, avviene una manifestazione per la Legalizzazione della Cannabis. #iocoltivo, in piazza: Senatori, Deputati e Parlamentari insieme agli attivisti e movimenti più conosciuti d’Italia. Il Cambiamento è vicino. La legalizzazione in Italia è importante.

 

ref. Dolce Vita Magazine

Fonte: La Repubblica (link in fondo)

“Serve produrre più cannabis terapeutica”: la richiesta del Comune di Milano al ministero della Salute

L’assessore Lipparini: “Per rispondere alla richiesta di malati e ospedali l’unica soluzione è autorizzare nuovi soggetti pubblici o privati”

Il Comune di Milano chiederà al ministero della Salute di produrre a livello locale il principio attivo derivante dalla cannabis a scopo terapeutico, e intanto domani alle 18 in piazza San Babila ci sarà anche l’assessore alla Partecipazione Lorenzo Lipparini per la manifestazione “Meglio Legale”, la campagna di iniziativa pubblica per la legalizzazione della cannabis e la decriminalizzazione dell’uso delle altre sostanze.

“La produzione di cannabis a scopo terapeutico in Italia è assolutamente insufficiente” dice Lipparini, lunga e attuale militanza radicale. “Il monopolio sulla produzione è lasciato dal governo allo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze, unico ad avere l’autorizzazione per produrre farmaci derivanti dalla cannabis. Per rispondere alla richiesta di malati e ospedali, l’unica soluzione è autorizzare nuovi soggetti pubblici o privati. Noi come Comune abbiamo approvato una mozione che chiede di attivarci per trovare partner e approfondire la possibilità di produrre a livello locale il principio attivo”. Almeno sulla carta il dicastero retto da Roberto Speranza (Leu) potrebbe dare ampi spiragli alla proposta.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha evidenziato più volte come i farmaci contenenti Thc abbiano grandi potenzialità terapeutiche nella cura di varie patologie e nell’alleviamento dei sintomi. In Italia la cannabis può essere prescritta dai medici (compresi i medici di base) già dal 2007 per la cura di malattie come il glaucoma, la Sla, la sclerosi multipla, l’epilessia e non solo. Ma il farmaco è difficile da reperire per via della scarsa formazione del personale sanitario, del complicato iter burocratico legato all’approvvigionamento e del fatto che la produzione nazionale è come detto limitata al solo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze. Secondo il report Estimated World Requirements of Narcotic Drugs 2020 dell’International Narcotics Control Board, l’Italia ha un fabbisogno di 1950 chili all’anno di cannabis medica. A fronte di tale domanda, sulla base di quanto pubblicato sul sito del Ministero della Salute, il centro di Firenze ne ha distribuiti soltanto 146.

 

https://milano.repubblica.it/cronaca/2020/07/21/news/comune_cannabis_terapeutica_richiesta_governo-262545344/

Dolce Vita Magazine (link per l’articolo completo in fondo)

Gli italiani sono persone resilienti e dal cuore grande. Sono innovativi, creativi e fantasiosi, proprio come la geografia del paese. Sono persone che amano il contatto fisico e sono appassionati di tutto ciò che è italiano. Le frequenti e normali dispute campanilistiche tra il nord e il sud del paese riguardano in genere l’abilità finanziaria, il calcio, la famiglia, la moda e il cibo. Ma quando il paese ha bisogno di unire le forze e di compattarsi, lo fa lasciando da parte le differenze. Questa pandemia che ci ha travolti tutti e che ha fatto della Lombardia l’epicentro europeo del Covid-19, ha costretto la maggior parte di noi a stare a casa negli ultimi 50 giorni. Ha buttato giù il Paese, com’è comprensibile, ma io ho piena fiducia nelle possibilità dell’Italia di riprendersi!

Questo nemico invisibile ha causato gravi conseguenze, ma la forza dell’animo umano nell’affrontare queste situazioni, ha mostrato all’Europa e al mondo intero perché un paese come l’Italia e la sua gente hanno una storia così lunga e hanno sempre avuto influenza sul mondo moderno.

In Italia esiste un’incredibile biodiversità che dà luogo a una grande diversità tra nord e sud, principalmente dovuta al clima, al tipo di suolo e alla disponibilità di risorse idriche e di luce solare. Più del 30% della fauna europea si trova in questo corridoio peninsulare al centro del Mediterraneo. L’Italia è l’unico paese al mondo che può vantare 4.965 prodotti agroalimentari tradizionali (PAT), 291 specialità DOP e IGT riconosciute a livello europeo, 415 vini DOC e DOCG e 60mila aziende agricole biologiche!

Per quale motivo il basilico che cresce a ovest di Genova è il migliore? Perché l’Italia gode di condizioni geografiche uniche: è una penisola circondata da un mare calmo i cui venti incontrano le montagne che percorrono il paese da cima a fondo. Ecco perché è corretto dire che la biodiversità – cioè le varietà di specie animali e vegetali che vivono in un determinato ecosistema – è uno dei veri tesori dell’Italia. Sono state registrate qualcosa come 58mila specie animali e 7mila varietà di frutta e verdura, tra cui 1.200 vitigni autoctoni e 538 cultivar di olivo: cifre incredibili se si considera che il paese copre solamente lo 0,2% della superficie terrestre.

L’Italia è considerata un grande paese agricolo con migliaia di anni di storia, e gli italiani sono da sempre viaggiatori e commercianti. Per questo motivo gli agricoltori italiani sono a completo agio nel coltivare diverse varietà di cannabis. Molte varietà sono prototipi che devono ancora essere inquadrati da un punto di vista legislativo (dato che la legge riguarda unicamente il THC) mentre nella pianta ci sono oltre 200 sostanze chimiche, e quindi esistono molte ragioni per coltivare cannabis senza curarsi del THC. Dal punto di vista agricolo, sembra che la pianta di cannabis contenga nuove sostanze e ciò fa sperare di poter arrivare ad avere prodotti innovativi. Dato che l’Italia è sempre stata all’avanguardia in campo alimentare, agli agricoltori sembra ridicolo doversi limitare a usare solo i semi inclusi in una lista certificata, e dover rinunciare a nuove varietà di qualità ben superiore.

ARTICOLO COMPLETO SU: https://www.dolcevitaonline.it/litalia-e-biodiversita-un-paese-pieno-di-ricchezze-cannabis-compresa/

È la frase che forse risuona più di tutte le altre nella testa di chi era presente quel giorno a Roma.

“Mi faccia passare, sono un parlamentare”. È la frase pronunciata dal Deputato Riccardo Magi ad un ispettore di Polizia che tentava di bloccare il suo passaggio alla manifestazione #iocoltivo tenutasi a Palazzo Montecitorio giovedì 25 giugno 2020. Il motivo è facilmente intuibile, Riccardo Magi come il senatore Matteo Mantero e altri tra parlamentari e attivisti avevano con sé una pianta di Cannabis. “Lasciateci passare”, “libertà” ed altri slogan sono stati gridati dagli attivisti e associazioni presenti durante la manifestazione del tutto pacifica organizzata da Meglio Legale con l’appoggio dei Radicali, Dolce Vita Magazine e l’Associazione Luca Coscioni.

Evento che mette i suoi pilastri il 4 aprile 2020 quando è stata lanciata la disobbedienza civile #iocoltivo. Oltre 5.000 persone in meno di due giorni hanno messo la propria faccia di fianco al proprio seme di Cannabis appena piantato.

All’evento hanno preso parte molti parlamentari, attivisti e associazioni più riconosciute d’Italia. Hanno preso la parola oltre ai sopracitati Magi e Mantero anche Emma Bonino, Alberto Airola, Aldo Penna, Michele Sodano, Barbara Bonvicini e Francesco Berti. Fondamentali anche le parole dei maggior attivisti d’Italia come Giuseppe Nicosia, Matteo Gracis, Luca Marola, Matteo Minardi, Antonella Sodano, i ragazzi di #cannabisforfuture e di #progettofreeweed, senza dimenticare Svario, un ragazzo partito da Padova e arrivato a Roma dopo un viaggio percorso a piedi in nome della Cannabis.

Ma chiamiamo le cose con il proprio nome. Più di una manifestazione, è stato un atto di disobbedienza civile. Qualcuno diceva che per cambiare una legge ingiusta bisogna disobbedire a quella stessa legge, soprattutto mettendoci la faccia. Ed è per questo che ancor prima di concludere vorremmo ringraziare di cuore tutte le persone presenti. Oltre al “Mi faccia passare” di Magi, restano ben impresse nella mente le parole di Emma Bonino: le parole di Matteo Gracis: “Non è questione di domandarsi se legalizzeranno o meno la Cannabis, ma è quando la legalizzeranno, la Cannabis ha già vinto!”

Come resta simbolo di tutti noi Mateo Minardi, accompagnato in questura, dove ha subito il sequestro della pianta ed è stato denunciato per produzione, detenzione e traffico di sostanze psicotrope. L’associazione Meglio Legale si sta impegnando per far fronte alle spese legali del processo anche con delle donazioni fatte da tutti gli attivisti.

(Info sulle donazioni alla pagina instagram @megliolegale).

Ovviamente come ci aspettavamo i grandi media italiani hanno riportato poco nulla della manifestazione e disobbedienza civile a Montecitorio. Poche righe di giornale e qualche accenno in tv. Qui a Bassano del Grappa resta la soddisfazione, se così si può chiamare, di averne avuto un articolo sul Giornale di Vicenza. Come sempre i nostri media, o chi per loro, non hanno perso tempo a dimostrarsi retrogradi e medioevali nei confronti di questa giornata e in generale sull’argomento. Questo non spenga mai la speranza e lo “spirito di rivolta” in ognuno di noi.

 

Chiediamo scusa se non ci siamo ricordati di tutti, ma a tutti voi va il nostro GRAZIE!

Oggi un passo alla volta, seme dopo seme, pianta dopo pianta ‘l’obiettivo deve restare sempre l stesso per tutti, senza mai mollare la presa da un diritto che spetta ai circa sei milioni d’italiani circa che per un motivo o per un altro fanno uso di Cannabis senza invadere la libertà altrui. La libertà di ognuno di noi passa attraverso la disobbedienza civile manifestata in modo pacifico. Vogliamo estirpare dalle mani della criminalità una delle piante più preziose e versatile al mondo per riportarla alla conoscenza e alla portata di tutti. Abbiamo il compito di raccogliere tutto “il buono” possibile, da ciò che fino ad oggi ci è stato presentato come “il male”.

Riprendiamoci la Cannabis.

Fateci passare.

#iocoltivo

Salute di Canapa porterà nel proprio store il ricordo di questa giornata, spiegando a chiunque entri il significato e il valore d tutto ciò.

GRAZIE!!!

Un governo che reprime un settore dove potremmo essere leader mondiali.

Uno spreco così enorme che solo sentirne i numeri fa molto riflettere.

In Italia OGNI GRAMMO di Cannabis sequestrato costa mediamente alle casse dello stato (quindi di tutti noi contribuenti) 500€. È da quanto emerso dall’operazione ridicola e senza senso messa in atto dallo stato. Operazione “Scuole sicure” costata circa 4 milioni di euro, che ha portato al sequestro complessivo di 14 chilogrammi di Cannabis ma che soprattutto non ha reso per nulla le scuole più sicure e tantomeno ne ha troncato l’utilizzo da parte dei giovani studenti. D’altronde è risaputo da oltre mezzo secolo che la repressione non funziona e non funzionerà mai. Lo conferma anche il presidente dei centri di recupero italiani che ha più volte condannato la repressione messa in atto dalle nostre forze politiche sull’argomento in questione.

In America nel solo 2017 il mercato LEGALE della cannabis ha portato 4,7 miliardi di dollari di entrate fiscali agli stati Usa che hanno scelto la strada della legalizzazione del mercato. La stima arriva da un rapporto prodotto dal giornale Quaertz che analizza i dati forniti dai singoli stati.

A rendere impressionante il dato è il fatto che nel periodo analizzato la cannabis era legale anche a fini ricreativi in nove stati su 50, e quattro di questi (California, Massachusetts, Maine e Nevada) avevano approvato la legalizzazione a novembre del 2016 e quindi per buona parte del 2017 non sono stati pienamente operativi. Di fatto, quindi, gli stati dove la legalizzazione era completamente in atto erano appena cinque: Colorado, Washington, Alaska, Washington DC e Oregon.

Gli stati in questione ospitano meno di 20 milioni di abitanti sui circa 320 milioni degli interi Usa, una stima dei proventi della legalizzazione a livello federale porterebbe quindi la marijuana ad essere uno dei principali settori economici americani.

Attualmente negli Stati Uniti con la Legalizzazione si è registrato una diminuzione di oltre il 50% degli utilizzatori di Cannabis tra i giovani. Dove il fascino del proibito cade, cade spesso anche la tentazione.

Inoltre si sono registrati il 35% in meno di decessi da uso di oppioidi e il 30% in meno di reati legati alla violenza domestica.

Quella che, invece, tutti chiamano “la teoria del passaggio” fu smentita e demolita a suo tempo già negli anni ’50 dagli esperti del settore. La Cannabis non porta all’utilizzo di altre droghe, anzi spesso è meritevole della disintossicazione da alcool o sostanze sintetiche pesanti.

Dati reali e ben distanti dalla “catastrofe immaginaria” proposta dai politici italiani riguardante un possibile scenario di Legalizzazione. L’esempio di questi due mondi e visioni opposte dovrebbe far riflettere in molti, considerando che furono proprio gli USA a vietare per primi la Cannabis. Oggi hanno chiesto scusa e fatto un passo indietro. Contano 11 Stati dove la legalizzazione è andata in porto.

LO SPRECO ITALIANO – DA LEADER MONDIALI A CACCIATORI DI STREGHE

Dopo aver visto quanto ci costa questa caccia alle streghe, vediamo come l’Italia sta sprecando tempo e opportunità.

Eh già. L’Italia è stata e sarebbe ancora tutt’oggi Leader Mondiale del settore della Cannabis. Infatti circa un secolo fa, quando l Cannabis era libera e amica del mondo, l’Italia era prima nella classifica mondiale per qualità prodotta e seconda per quantità. Come per il cibo, la Cannabis per crescere in modo ottimale necessita del miglior clima e della miglior terra al mondo. E dove trovare la maggior qualità in tutto ciò se non in Italia?

Secondo gli esperti la Legalizzazione in Italia porterebbe oltre 300.000 posti di lavoro e un introito per le casse dello Stato di 6-8 Miliardi di tasse all’anno. Stroncherebbe in modo quasi definitivo il traffico illecito di Cannabis nel mercato criminale, proponendo nuovi posti di lavoro pienamente legali a chi magari prima passava le giornate per strada a spacciare chissà quale schifezza senza controllo.

La Cannabis sarebbe alla base del “Progetto Green” che tutti i paesi europei vogliono mettere in atto entro il 2030. Con la Cannabis si potrebbe ridurre l’inquinamento sui quei settori principali responsabili di disastri ambientali, partendo dalla plastica fino ad arrivare al settore tessile. La Cannabis, crescendo, cattura 4 volte il quantitativo di CO2 di qualsiasi altra specie vegetale oltre a nutrire il terreno sul quale cresce assimilando e trattenendo le tossine presenti. Non dimentichiamo tra le altre cose che tuto ciò che oggi è costruito in plastica o derivati dal petrolio, può essere costruito in bio-plastica di Canapa totalmente ad impatto zero. Una bottiglia di bio-plastica di Canapa in mare può durare solo 80 giorni prima di biodegradare.

LEGALIZZIAMO L’ANTI-IPOCRISIA

È risaputo da sempre e da tutti che la Cannabis non ha mai ucciso nessuno, anzi può curare e migliorare lo stile di vita di molte persone malate o sofferenti per determinate patologie o stati d’animo. Può essere molto utile, se non fondamentale, per un futuro green e può introdurre nelle casse dello stato molto denaro legale, abbattendo il traffico delle organizzazioni criminali. Quindi non capiamo come ancora oggi lo il governo italiano rifiuti di proporre una legge per la legalizzazione o liberalizzazione della Cannabis. In un mondo che conta tre milioni di morti all’anno per causa dell’alcool, sostanza giustamente di libero accesso. Ecco, non comprendiamo il motivo di come sia possibile permettere alle persone di scegliere se farsi del male o meno con l’alcool, ma non si da la possibilità alle persone di stare bene con la Cannabis.

Tutto ciò è ormai palesemente ridicolo. Una caccia alle streghe che riporta ai tempi medioevali un paese che meriterebbe l’avanguardia su tutti i suoi settori migliori del quale dispone. E una delle cose che l’Italia sa fare meglio di tutti è proprio la Cannabis. Ma per ora restiamo leader mondiali di un settore che rifiutiamo giorno dopo giorno, dovendo comprare all’estero la Cannabis per i nostri pazienti, facendo fare ad altri quello che noi facciamo meglio di tutti. Questa è l’Italia oggi e purtroppo lo è da molti anni.

Fratelli d’Italia, l’Italia sprecona.

 

Salute di Canapa

Dolce Vita Magazine (link dell’articolo completo in fondo)

La cannabis è vietata dal DPR 309/90, una legge vecchia di 30 anni e senza senso. Nel corso degli ultimi tre decenni numerose iniziative sono state portate avanti al fine di cambiare una legge che non ha impedito ai minori di consumare droga, né fermato la crescita delle narcomafie. Stanchi di rimanere osservatori nel processo di legalizzazione mondiale e convinti che i tempi siano maturi anche nel Belpaese, per dare forza a quelle proposte di legalizzazione che da anni restano ferme in Parlamento, è nata l’iniziativa #iocoltivo.

Una disobbedienza civile con copertura legale garantita a chi partecipa attenendosi a semplicissime regole (le trovate spiegate sul sito www.iocoltivo.eu)

Ma può funzionare solo se coltiviamo in massa.
Abbiamo dunque pensato a 10 cose da poter dire ai vostri familiari/amici maggiorenni, affinché partecipino alla protesta.
1) L’Italia è in crisi economica. In Canada, durante il primo anno di legalizzazione, si sono registrate entrate per circa 5 miliardi di dollari. Gli italiani, per numero, sono il doppio dei canadesi. Se anche gli introiti derivati dalla legalizzazione si raddoppiassero, gli italiani avrebbero da guadagnarci tutti. Pensa poi al risparmio sulle spese per la repressione della coltivazione e dello spaccio di cannabis illegale. Vuoi pagare meno tasse? Vuoi che l’Italia diventi la prima città d’Europa a regolamentare l’autoproduzione, e magari un mercato che possa anche fungere d’attrattiva turistica? Partecipa all’iniziativa #iocoltivo.

2) Ci hanno insegnato a combattere i criminali. Oggi finiscono nelle sporche mani di mafia, ‘ndrangheta e camorra, diversi miliardi di euro derivati dal traffico illecito di cannabis. Legalizzando si darebbe un duro colpo alle associazioni criminali, che paradossalmente fanno fortuna grazie al proibizionismo. Perché non regolamentare un mercato legale? Vuoi veramente combattere il crimine? Partecipa all’iniziativa #iocoltivo.

3) In Italia, da 20 anni a questa parte, viene segnalata, denunciata o arrestata per possesso o coltivazione di cannabis, 1 persona ogni 15 minuti. Potrebbe accadere a tuo figlio, fratello, cugino, amico e a te stesso se consumi cannabis e con conseguenze gravissime. Avere infatti la fedina penale sporca impedisce di partecipare a molti concorsi; per non parlare del pregiudizio che subisce chi ha guai con la giustizia. Chi viene denunciato può anche essere costretto a seguire percorsi Ser.T./Ser.D., per anni. Trovi ingiusto che per una canna si possa rovinare la vita a un cittadino? Partecipa all’iniziativa #iocoltivo.

4) In farmacia vendono già derivati della cannabis o direttamente il fiore per uso terapeutico. Oggi molti pazienti usano la cannabis in vaporizzazione. Il proibizionismo vieta la possibilità di coltivare qualche pianta, in modo sterile, per usufruire dei fiori anche a scopo personale. Dietro il divieto possono esserci motivi validi legati alla sicurezza del prodotto, ma la fine del proibizionismo agevolerebbe comunque la produzione di infiorescenze di cannabis certificata per scopo medico anche in Italia, invece di continuare ad acquistare all’estero. Vuoi porre fine ai divieti che rendono impossibile per le aziende italiane produrre cannabis terapeutica? Partecipa all’iniziativa #iocoltivo.

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La giovanissima Charlotte Figi famosa per aver rivoluzionato le leggi sulla cannabis terapeutica in tutto il mondo ci ha lasciati lo scorso 7 aprile all’età di 13 anni. Inizialmente i genitori hanno annunciato che probabilmente la causa era collegata al Covid-19 ma da dichiarazioni più recenti della madre, Page, si apprende che Charlotte era risultata negativa al test anche se i medici hanno trattato i suoi sintomi come se fosse un caso di coronavirus.

La piccola Charlotte era affetta, già dai primi mesi di vita, dalla sindrome di Dravet, una forma rara e debilitante di epilessia che gli causava diversi attacchi epilettici al giorno. I genitori afflitti dalla malattia degenerativa della figlia dopo aver provato tutte le possibili cure standard decisero, in seguito a racconti e suggerimenti, di provare a curare Charlotte con l’olio di cannabis efficace per il trattamento della patologia. Fortunatamente dopo varie ricerche due medici, la dottoressa Margaret Gedde e il dottor Alan Shackelford, accettarono di provare la nuova terapia su Charlotte, iniziando a somministrare una dose di olio di cannabis calibrata secondo il suo peso.

Nel 2012 Page entrò quindi in contatto con Joel Stanley e i suoi fratelli, produttori di cannabis, che svilupparono una varietà di cannabis con un alto contenuto di CBD e con una bassissima percentuale di THC. Grazie alla famosa genetica Charlotte’s Web THC: <1% – CBD: 11%-13%, che prende il nome della paziente appunto, ha contribuito a migliorare le sue condizioni di salute grazie all’intenso lavoro di breeding che ha coinvolto numerosi strain per un risultato finale estremamente terapeutico. Infatti questa varietà non supera lo 0,3% di THC e ha livelli di CBD tra il 10 e il 20%. Così finalmente dopo anni di lotta e di ricerche Charlotte riusciva a camminare da sola, andare in bici e giocare: ogni giorno la sua vita migliorava, e questo doveva essere riconosciuto e reso legale.

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