Charlotte Figi, la bimba che ha reso la cannabis terapeutica fruibile

La giovanissima Charlotte Figi famosa per aver rivoluzionato le leggi sulla cannabis terapeutica in tutto il mondo ci ha lasciati lo scorso 7 aprile all’età di 13 anni. Inizialmente i genitori hanno annunciato che probabilmente la causa era collegata al Covid-19 ma da dichiarazioni più recenti della madre, Page, si apprende che Charlotte era risultata negativa al test anche se i medici hanno trattato i suoi sintomi come se fosse un caso di coronavirus.

La piccola Charlotte era affetta, già dai primi mesi di vita, dalla sindrome di Dravet, una forma rara e debilitante di epilessia che gli causava diversi attacchi epilettici al giorno. I genitori afflitti dalla malattia degenerativa della figlia dopo aver provato tutte le possibili cure standard decisero, in seguito a racconti e suggerimenti, di provare a curare Charlotte con l’olio di cannabis efficace per il trattamento della patologia. Fortunatamente dopo varie ricerche due medici, la dottoressa Margaret Gedde e il dottor Alan Shackelford, accettarono di provare la nuova terapia su Charlotte, iniziando a somministrare una dose di olio di cannabis calibrata secondo il suo peso.

Nel 2012 Page entrò quindi in contatto con Joel Stanley e i suoi fratelli, produttori di cannabis, che svilupparono una varietà di cannabis con un alto contenuto di CBD e con una bassissima percentuale di THC. Grazie alla famosa genetica Charlotte’s Web THC: <1% – CBD: 11%-13%, che prende il nome della paziente appunto, ha contribuito a migliorare le sue condizioni di salute grazie all’intenso lavoro di breeding che ha coinvolto numerosi strain per un risultato finale estremamente terapeutico. Infatti questa varietà non supera lo 0,3% di THC e ha livelli di CBD tra il 10 e il 20%. Così finalmente dopo anni di lotta e di ricerche Charlotte riusciva a camminare da sola, andare in bici e giocare: ogni giorno la sua vita migliorava, e questo doveva essere riconosciuto e reso legale.

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