L’H4CBD, noto anche come Esaidrocannabidiolo, è un derivato SINTETICO del cannabidiolo (CBD).

Viene creato aggiungendo quattro atomi di idrogeno alle molecole di CBD per convertire i doppi legami in singoli legami con il risultato di attivare una reazione chimica che cambia il cannabinoide attivo in un altro, usualmente più forte. Dunque, l’H4CBD risulta essere più potente del CBD. E’ importante sottolineare che è totalmente un nuovo composto e non una forma di CBD.

La maggior parte delle informazioni risalgono a un singolo studio condotto nel 2006. Il team di ricerca ha trovato che questo cannabinoide alternativo ha un’affinità significativa con i ricettori endocannabinoidi CB1 del cervello, simili al THC. Questo spiega il perché il composto ha riportato effetti psicoattivi.

Molti consumatori hanno descritto l’esperienza dell’uso del H4CBD come quella di un prodotto in proporzione 2:1 di CBD e THC, osservando comunque la predominanza di CBD e i suoi effetti terapeutici ma anche un leggero senso di euforia tipico di una bassa dose di THC.

Nonostante l’H4CBD potrebbe legarsi quasi cento volte più potentemente ai ricettori CB1 rispetto al CBD, questa affinità di livello non è minimamente paragonabile all’effetto del THC. I consumatori affermano che l’effetto sia simile a quello dei cannabinoidi minori e ai prodotti alternativi sul mercato con basse dosi di THC.

In Italia l’H4CBD non è contenuto nella tabella degli stupefacenti. Quindi risulta legale l’acquisto.

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Salute di Canapa

“Droga nello zainetto scoperta a scuola grazie al fiuto del cane” Così apriva la sua prima pagina la Gazzetta di Mantova il 17 marzo scorso.

Un’Italia sempre più proibizionista e repressiva nei confronti degli utilizzatori di cannabis. Continua la folle e milionaria aggressione dello Stato verso i ragazzini per qualche grammo di cannabis.

Noi come sempre non siamo qui a giustificare chi introduce sostanze stupefacenti all’interno degli istituti scolastici, ma semplicemente portiamo alla luce un metodo del tutto distorto e controverso che lo Stato italiano utilizza per condurre la sua “guerra alla droga”.

Sapete cosa ne resta di un evento del genere? Nulla, tranne un ragazzino umiliato e traumatizzato, un bel titolo sulla prima pagina del giornale con un “cane eroe”. ZERO contrasto alla criminalità, ZERO educazione sull’argomento, ZERO impatto sull’utilizzo di sostanze stupefacenti.

Tutto ad un prezzo folle. I cani nelle scuole costano oltre DUE MILIONI DI EURO all’anno di soldi dei contribuenti (tutti noi) per sequestri che di volta in volta si aggirano attorno al qualche grammo di sostanza. Non che in generale vada meglio, ogni grammo di cannabis sequestrato in Italia, costa circa 500€ di soldi pubblici. Uno spreco fuori misura, quando questi soldi potrebbero essere utilizzati contro i veri criminali o per l’educazione sulle sostanze stupefacenti nelle scuole.

Mentre i governatori italiani continuano la loro folle Caccia alle Streghe, noi restiamo in attesa del prossimo zainetto individuato dal prossimo “cane eroe”, in un Italia governata da maldestri malcapitati che sembra non abbiano la minima idea di ció che dicono e fanno.

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Inaugurata nel 2013, è l’evento di settore più antico d’Italia. L’11^ edizione di tre giorni di full immersion nel mondo della canapa dal 12 al 14 aprile 2024. Presenti i produttori più importanti Italiani, europei e mondiali.

Stand con le novità del momento, per conoscere o approfondire tutto ció che riguarda questo fantastico settore. Ci saranno anche eventi come riunioni ed esposizioni da parte di professionisti che poteranno il loro contributo per tutto il pubblico.

Saremo presenti alla fiera domenica 14, faremo un giro per tutti gli stand raccogliendo i commenti e le opinioni di chi lavora in questo settore.

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Gli effetti benefici del CBD sul corpo umano riguardano anche l’emicrania. Il dolore, in generale, resta la patologia dove il cannabidiolo trova la sua maggior applicazione.

Il CBD infatti è molto noto per le sue proprietà antidolorifiche e antinfiammatorie. Agisce infatti come modulatore del dolore legando ai recettori endocannabinoidi del nostro corpo che si occupano tra le altre cose anche di agire sui recettori del dolore.

Si utilizzano tendenzialmente alte percentuali di concentrazione che vanno dal 20% a salire, anche se in alcuni casi isolati, alcune persone hanno dimostrato un’elevata sensibilità anche alle concentrazioni più basse di CBD.

I riscontri come sempre variano molto, ma a livello prettamente empirico, possiamo affermare che il CBD è risultato utile nell’85% degli utilizzatori. Abbiamo considerato solo gli effetti benefici significativi, osservando come sempre che in nessun caso è stato riscontrato un qualsiasi tipo di effetto indesiderato.

Ci sono medici di base e fisioterapisti che consigliano i nostri concentrati ai propri pazienti senza alcun timore. Restiamo in contatto con tutte le persone che utilizzano i nostri prodotti, e ne valutiamo gli effetti confrontandoci in modo costante. (Salute di Canapa).

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Il CB9 è un cannabinoide relativamente nuovo e ancora poco studiato, presente nella pianta di cannabis. Lo si può trovare in tracce, in misura minore rispetto a cannabinoidi più noti come CBD e THC.

Viene prodotto dalla degradazione di altri cannabinoidi come CBD e THC, attraverso un complesso processo chimico nella pianta. A differenza del THC, il CB9 sembra avere proprietà psicoattive lievi, ma la ricerca su questo aspetto è ancora agli inizi.

Ha una struttura chimica simile al CBD, ma con una catena laterale a 5 atomi di carbonio (mentre il CBD ne ha 3). Data la sua scarsa presenza nella pianta e le difficoltà di estrazione, trovare prodotti a base di CB9 è attualmente molto raro.

Gli effetti psicotropi del CB9 sono ancora poco conosciuti e controversi. La ricerca in questo campo è ancora in fase iniziale e i dati disponibili sono limitati. Alcuni studi preliminari suggeriscono che il CB9 potrebbe avere effetti psicoattivi lievi, simili a quelli del THC, ma con una potenza inferiore. Tuttavia, altri studi non hanno rilevato alcun effetto psicoattivo significativo.

Le differenze negli effetti potrebbero essere dovute a diversi fattori. La risposta al CB9 può variare da persona a persona, a seconda della sensibilità individuale ai cannabinoidi e l’intensità degli effetti potrebbe dipendere dalla quantità assunta. Anche il modo in cui il CB9 viene assunto (ad esempio, per via orale, sublinguale o fumatoria) può influenzare la sua efficacia e i suoi effetti.

La legalità del CB9 è un tema complesso e in continua evoluzione, in quanto si tratta di un cannabinoide relativamente nuovo e ancora poco conosciuto. In generale non è espressamente menzionato nella maggior parte delle legislazioni nazionali e internazionali relative alle droghe.

È importante sottolineare che la commercializzazione di prodotti a base di CB9 è ancora poco diffusa e regolamentata. È consigliabile acquistare prodotti solo da fonti affidabili e che forniscano informazioni complete sulla composizione e sulla provenienza del CB9.

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Il CBD ha effetti benefici significativi per chi soffre d’insonnia in quanto aiuta a:

diminuire il tempo necessario per addormentarsi: Diversi studi hanno rilevato che il CBD può aiutare le persone ad addormentarsi più velocemente.

Aumentare la durata del sonno: Il CBD potrebbe prolungare la fase del sonno profondo, migliorando la qualità del riposo notturno.

Ridurre i risvegli notturni: Il CBD può aiutare a ridurre il numero di risvegli notturni, favorendo un sonno più continuo.

Alleviale i sintomi di ansia e stress: L’ansia e lo stress possono interferire con il sonno. Il CBD, grazie alle sue proprietà ansiolitiche e rilassanti, potrebbe aiutare ad alleviare questi sintomi e favorire un sonno più sereno.

Agire come un miorilassante: Il CBD può avere effetti miorilassanti, aiutando a ridurre la tensione muscolare e favorendo il rilassamento necessario per un buon sonno.

Il meccanismo esatto con cui il CBD agisce sull’insonnia non è ancora completamente compreso. Tuttavia, la ricerca suggerisce che il CBD potrebbe influenzare diversi sistemi nel corpo che regolano il sonno, tra cui:

Il sistema endocannabinoide: il CBD interagisce con il sistema endocannabinoide, un sistema di segnalazione presente in tutto il corpo che svolge un ruolo importante nella regolazione del sonno.

I neurotrasmettitori: il CBD può influenzare i livelli di neurotrasmettitori come la serotonina e il GABA, che sono coinvolti nel sonno e nella regolazione dell’umore.

I livelli di cortisolo: il cortisolo è un ormone dello stress che può interferire con il sonno. Il CBD può aiutare a ridurre i livelli di cortisolo, favorendo il rilassamento e il sonno.

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Coltiva piante di cannabis e finisce sotto processo per produzione e traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope, ma le analisi svelano che si tratta di cannabis light, quindi senza principio attivo o, comunque, anche se oltre il limite consentito, non imputabile al coltivatore e, quindi, viene assolta.

Solo alcuni fiori avevano sviluppato pricinipi attivi oltre il limite di legge, ma l’esperto chiarisce: “Può accadere con i semi acquistati, ma non per scelta del coltivatore”

Le forze dell’ordine erano intervenute in un terreno di proprietà della donna dove la stessa “coltivava 193 arbusti di canapa indiana e deteneva negli annessi agricoli sostanza della tipologia marijuana confezionata in 32 buste”.

L’imputata è stata assolta perché in fatto non costituisce reato in quanto manca l’elemento psicologico dei reati, “avendo ella comunicato alle autorità l’attività di coltivazione della Cannabis Sativa Light, sia per le risultanze degli esami peritali”. Perizia che evidenziava come “tutte le piante sequestrate erano da considerare provenienti da sementi fenotipici da fibra, ciò malgrado alcune di esse presentavano un principio attivo superiore (anche se di poco) al limite di legge”.

Un circostanza, questa, che “può manifestarsi all’atto della maturazione della pianta per vari fattori, ma che non è prevedibile al momento dell’acquisto delle sementi né oggettivamente visibile alla maturazione della pianta essendo un dato emergente solo da analisi chimiche”.

Insomma in Italia il settore della Cannabis Light continua a rimanere in una bolla, un “territorio grigio” nel quale è tutto a discrezione di chi interviene, è tutto a fiscrezione di procure, questori e operatori. Una lotta continua per circa 15.000 lavoratori del settore che ogni giorno vivono con la paura di essere accusati di qualche illecito solo perchè lavorano in questo settore.

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Un olio estratto dalla pianta della canapa (Cannabis sativa) è in grado di uccidere le cellule del melanoma, una forma aggressiva di cancro della pelle.

La capacità dell’olio, chiamato PHEC-66 e messo a punto dalla casa farmaceutica australiana MGC Pharmaceuticals Limited, è stata dimostrata solo su linee cellulari del tumore coltivate in laboratorio, pertanto la sua efficacia nel combattere la neoplasia nell’essere umano è ancora tutta da dimostrare.

Tuttavia i primi risultati preclinici sono così promettenti che gli scienziati sperano di poter passare al più presto ai test su modelli animali e, in caso di risultati positivi, programmare i trial clinici (studi sull’uomo). È chiaro che ci vorranno diversi anni prima di concludere tutta la trafila, positivamente o meno, ma considerando l’aggressività del melanoma – in Italia l’incidenza dei decessi è in aumento – un percorso con basi così significative non può essere trascurato.

A determinare che un estratto della cannabis è in grado di uccidere le cellule del tumore della pelle è stato un team di ricerca australiano guidato da scienziati della Scuola di Scienze dell’Università RMIT, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi della Scuola di Scienze della Salute e Biomediche, dell’Università Charles Darwin, dell’UWA Institute of Agriculture – Università dell’Australia Occidentale e della MGC Pharmaceuticals Limited.

I ricercatori, coordinati dalla dottoressa Ava Bachari e dal professor Nitin Mantri del The Pangenomics Lab, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver testato l’estratto PHEC-66 della Cannabis sativa su tre specifiche linee cellulari del melanoma, chiamate MM418-C1, MM329 e MM96L. – Fanpage.

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Secondo quanto riferito, la coalizione di governo tedesca denominata Traffic Light Coalition, che unisce esponenti del Partito socialdemocratico, del Partito democratico libero e dei Verdi, ha raggiunto un accordo per la regolamentazione della cannabis il 27 novembre.

Queste recenti discussioni stimano che la legalizzazione della cannabis potrebbe entrare in vigore a partire da il 1 aprile 2024 , con i club di cannabis sociali potenzialmente autorizzati ad aprire già dal 1 luglio 2024.

“La legge sulla Cannabis sta arrivando! Infine: stiamo finalmente ponendo fine alla politica di ban fallita! Dopo intensi negoziati, ora esiste una legge che si concentra sulla tutela dei giovani e della salute, pone fine alla criminalizzazione ed è pratica”, ha affermato la portavoce del Partito Verde Kirsten Kappert-Gonther in un post tradotto sui social media.

Secondo la Deutsche Presse-Agentur  (DPA), Kappert-Gonther ha affermato che la coalizione è giunta ad un consenso riguardo al possesso e alla coltivazione. Con la legalizzazione, i residenti potranno coltivare fino a tre piante in casa e non avere più di 50 grammi di cannabis coltivata in casa (rispetto ai 25 grammi delle discussioni precedenti). La coltivazione non sarà consentita entro 100 metri (circa 328 piedi) dai luoghi frequentati dai bambini, come asili nido, parchi giochi e scuole. “Nei negoziati siamo riusciti a trovare norme praticabili che garantiscano la protezione dei giovani e della salute e rendano la depenalizzazione degli utenti adulti una realtà”, ha affermato Kappert-Gonther.

Mentre in una prima bozza il possesso di più di 25 grammi costituiva la soglia iniziale per la condanna penale, ora le persone possono portare con sé 25-30 grammi di cannabis in pubblico e 50-60 grammi in privato. Qualsiasi importo superiore a tale importo è ancora considerato un reato penale, con multe fino a 30.000 euro (38.000 dollari). In precedenza, le multe erano fissate a un massimo di 100.000 euro (126.930 dollari). – High Times Magazine.

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Oggi parliamo di River, un cagnolino che quasi non camminava più e di notte piangeva moltissimo. Gli fu diagnosticata l’artrosi cervicale e la sua amica proprietaria non sapeva più come uscire da una situazione che comprometteva la sua vita e quella dell’amico animale.

River non si alzava più

Su suggerimento di una persona amica (già nostra cliente) ci ha raggiunto esponendoci il problema. Dopo qualche giorno di utilizzo del nostro concentrato di CBD in gocce, ci ha riferito che il cagnolino ha ripreso a camminare e non ha più avuto pianti notturni.

Come sempre ricordiamo che il CBD negli animali, come negli esseri umani, ha un ottimo effetto anche se variabile per efficacia e durata in base ad ogni singolo animale. I risultati restano comunque molto incoraggianti.

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È nostra abitudine e passione essere a disposizione di ogni singola persona prima, durante e dopo l’utilizzo del CBD.

Ringraziamo tutte le persone che si sono rese disponibili ad un confronto dopo l’utilizzo dei nostri concentrati.

Roberto D’Aponte

Formazione in Cannabinologia al Dipartimento di Neuroscienze Università degli Studi di Padova

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