Usa, la strage del capitalismo farmaceutico: 81mila morti l’anno per i farmaci oppioidi

Articolo di Dolce Vita Magazine – dolcevita.it (link in fondo)

Una strage continua, silenziosa e perfettamente legale, anzi incoraggiata da prescrizioni semplici ed un ampio mercato nero, di fatto semilegalizzato visto che non si rischiano le pene draconiane che coinvolgono chi spaccia le droghe illegali. 81 mila morti tra giugno 2019 e maggio 2020, in un aumento costante del 30% abbondante all’anno, senza contare i ricoveri di persone in overdose che se la cavano. Questi i numeri del fentanyl, e degli altri oppiodi, negli Stati Uniti, una strage quotidiana tollerata dal governo e foraggiata dalle case farmaceutiche.

Il fentanyl è  un potentissimo analgesico oppioide sintetico, da 50 a 100 volte più potente della morfina. Venne sintetizzato nel 1960 da uno scienziato belga di nome Paul Janssen. Dapprima usato come antidolorifico per pazienti in condizioni terminali o limitatamente al trattamento post-operatorio, a partire dagli anni ’90 si verifica un aumento incontrollato delle prescrizioni, anche per il trattamento di dolori come quelli associati all’osteoartrite o il mal di schiena. Un business da capogiro, a fianco del quale è cresciuto anche un mercato illegale, dove il fentanyl ed altri oppioidi di sintesi sono ricercati come droghe.

Le conseguenze sulla salute pubblica sono impressionati. Secondo un report del National Safety Council un cittadino americano oggi ha più probabilità di morire di overdose da oppioidi che di incidente stradale: 1 su 96 contro 1 su 103 (dati riferiti al 2017). Sono ormai due milioni gli americani dipendenti dagli oppiacei, la metà sono giovani tra i 18 ei 34 anni, per la maggior parte appartenenti alle classi popolari.

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