Perché il black friday ci fa schifo

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Ci risiamo, arriva il Black Friday, immancabile ricorrenza del consumismo globale che da anni spopola anche in Italia. Eppure non è stato sempre così, fino a pochi anni fa il venerdì nero era uno di quei giorni aneddotici che ti fornivano un’occasione per ridere un po’ degli americani. La scena tipo era vedere dalla tivù migliaia di yankee sovrappeso che si accalcavano all’ingresso dei centri commerciali, con mischie furibonde che provocavano morti e feriti al momento dell’apertura delle porte. Il tutto per riuscire a conquistare il tanto agognato televisore ultrapiatto da seimilapollici megascontato.

“Questi americani sono veramente dei fulminati”, veniva facile da considerare. Pensando che un popolo latino mai si sarebbe messo in tale bolgia, quando alla fastidiosa incombenza dei regali di Natale si può comodamente iniziare a preoccuparsene la mattina del 23 dicembre. Errore. Come per il wrestling, i cheeseburger  e halloween era solo questione di tempo prima che anche il venerdì degli acquisti conquistasse la periferia dell’impero.

Le corse dentro le corsie dei negozi, in verità, non sono arrivate più di tanto. Perché il black friday in Italia è stato essenzialmente una mossa introdotta da Amazon e altre piattaforme del commercio online. La chiave per travolgere i negozi fisici anche in occasione dei regali di Natale, periodo nel quale tutto sommato si difendevano meglio puntando appunto sul fatto che la metà degli italiani iniziassero a pensarci alla vigilia, quando ormai era troppo rischioso puntare sul pur rapidissimo servizio Prime. Questo è sostanzialmente il black friday in Italia: l’evento che permette di sferrare l’ultimo colpo ai negozi.

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