L’interesse economico batte l’ecosostenibilità?

Un’azienda con il proprio patrimonio, e le proprie idee può fare ciò che vuole, ma quando lavori nell’eco-sostenibilità o in settori di interesse comune, credo che ci voglia un occhio di riguardo in più alle scelte che si effettuano. Oggi volevamo portare ala luce un tema che ci sta molto a cuore. L’eco-sostenibilità della Cannabis e le aziende eco-sostenibili che la rifiutano.

Oggi portiamo l’esempio di un’azienda del Trentino-Alto Adige che si è impegnata nella riqualificazione di più di 40 milioni di alberi devastati da madre natura con la produzione di oggetti totalmente ecosostenibili. Un’iniziativa degna di nota, e che fa molto onore a questo gruppo di giovani che ha creato da poco nulla un’iniziativa così importante.

Poi ci siamo noi: abbiamo chiesto a quest’azienda di poter vendere i loro prodotti dato che il settore della Cannabis sposa molto bene l’eco-sostenibilità. Crescendo la Cannabis trattiene 4 volte il Co2 che trattiene qualsiasi altro tipo di pianta, inoltre pulisce e depura il terreno sul quale cresce. La bio-plastica di Canapa, molto più resistente ed elastica della plastica normale, gettata in mare dopo due mesi diventa cibo per pesci. Passando dal settore della carta a quello dell’abbigliamento che arriverebbe ad essere quasi ad impatto zero se lavorato con la Cannabis, mentre oggi solo il settore tessile è la seconda causa di inquinamento al mondo. Insomma, di esempi ne avremmo all’infinito per giustificare la presenza predominante della Cannabis nell’eco-sostenibilità.

 

 

L’azienda in questione ha rifiutato la nostra proposta. Questo è comprensibile, ripeto, chiunque con la sua azienda ci fa ciò che vuole. Ciò che non comprendiamo sono le motivazioni, le quali non hanno riguardato la sfera personale di chi gestiva la situazione aziendale, ma ha riguardato un problema di clientela, di pubblico. “Temiamo che non tutta la nostra Community lo capirebbe”.

Precisiamo, questo articolo non vuole accusare nessuno di nulla, ma vuole ancora una volta esaltare una situazione sciocca che in Italia succede sempre più spesso, nonostante dovremmo progredire invece di tornare indietro. Questa risposta mi fa capire che ormai non esistono più ideologie nelle aziende, non esistono principi e focus da seguire, ma esiste solo il cliente, il pubblico, incassare e guadagnare. La paura di perdere un cliente per una scelta aziendale di principio, fa si che la tua azienda non sia tua, ma dei tuoi clienti. E questo ragionamento potrebbe anche essere corretto se vendi scarpe, o cose di uso comune. Cade tale ragionamento quando si sta lavorando per una causa come l’eco-sostenibilità, importante, al centro dell’attenzione mondiale e che riguarda tutti

Quando cambierà la testa delle persone se non cambiano le proposte che vengono loro fatte??

Come faremo a fare accettare la Cannabis e tutti i suoi benefici se continuiamo a nasconderla per paura del giudizio??

Rifiutare di rapportarsi con il settore Cannabis per l’eco-sostenibilità è come rifiutare l’acqua per un assetato. La Cannabis è la pianta più versatile, eco-sostenibile e disponibile al mondo. Crediamo sia una grave mancanza non sposare questo settore, per paura di perdere clienti, quando tra qualche anno tutti dovranno accettare il settore della Cannabis, anzi, ci saranno le guerre puniche per accaparrarsi una fetta di mercato. Voglio essere chiaro ancora una volta, non ci ha per nulla infastidito il rifiuto di collaborazione ma la motivazione che ne è seguita. Finchè si ragionerà in questi termini, progressi non ne saranno fatti, e non parlo del settore Cannabis ma proprio della mente umana. Continuiamo a nasconderci dietro a teorie, ideologie e quant’altro, senza avere il coraggio di provare a modificarle.

Allora mi viene da pensare che qui non c’è eco-sostenibilità, non c’è una morale, non c’è un principio, ma c’è solo business.

Spero non sia così, non ne varrebbe la pena!

 

Roberto D’Aponte

 

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