Chi controlla l’informazione in Italia?

Supportiamo la sana informazione e quindi proponiamo un articolo di Dolce Vita Magazine (link in fondo) sull’informazione italiana.

Leggiamo, ascoltiamo, ma non sappiamo da dove arriva.

Chi controlla l’informazione in Italia? (DOLCE VITA MAGAZINE)

Molto spesso una notizia che può sembrare insignificante nasconde invece un significato importante che non è facile comprendere se non si analizzano le conseguenze profonde della stessa. Leggere che «il 23 aprile si è conclusa la vendita della partecipazione del 43,78% di CIR in GEDI in favore di Giano Holding, società per azioni detenuta da EXOR», non desterebbe infatti l’interesse di nessun lettore che non abbia una particolare conoscenza delle dinamiche che muovono il capitalismo italiano.

In realtà dietro questa operazione si cela il passaggio di proprietà del quotidiano La Repubblica, ma anche de L’Espresso, HuffPost Italia, La Stampa, Il Secolo XIX, Limes, MicroMega, Radio DeeJay, Radio m2o, Radio Capital e tanto altro a una holding finanziaria olandese controllata dalla famiglia Agnelli.

La Repubblica, precedentemente pubblicata dal gruppo editoriale della famiglia De Benedetti, finisce quindi sotto il controllo diretto dagli Agnelli, che hanno spostato il centro degli interessi finanziari nei Paesi Bassi per ovvie ragioni economiche. Per quanto riguarda La Stampa, la sua storia è legata alla famiglia Agnelli sin dal 1920 ed è appena tornata nelle loro mani, insieme alle altre realtà del gruppo GEDI.

Queste possono sembrare informazioni poco utili agli occhi di un lettore poco attento. Eppure è importante richiamare l’attenzione sul fatto che se i maggiori organi d’informazione sono controllati dai grandi gruppi economici, la visione del mondo fornita da queste testate si discosterà difficilmente dall’ideologia dominante.
Pur riconoscendo la possibilità che qualche giornalista coraggioso possa provare a imporre un discorso differente, sarà molto più difficile veicolare, in questo caso, dei messaggi che confliggano con gli interessi del grande capitale nazionale e internazionale.
Per questo motivo può essere utile comprendere chi sono gli attuali proprietari dei principali organi d’informazione italiani, tenendo presente che spesso questi quotidiani riescono a imporre l’agenda politica anche alle realtà più piccole, decidendo gli argomenti da trattare ogni giorno.

Se La Repubblica è il giornale più seguito nel centro-sud, il giornale più letto nella parte settentrionale del Paese è certamente il Corriere della Sera; capire chi controlla questo giornale vuol dire conoscere un importante spaccato del capitalismo italiano. Gran parte delle azioni del Gruppo Rizzoli (RCS MediaGroup) sono ora nelle mani di Urbano Cairo, il manager milanese con un passato nelle aziende di Berlusconi, che gli è valso una condanna in via definitiva per i reati di appropriazione indebita, fatture per operazioni inesistenti e falso in bilancio.

Importanti quote del capitale azionarie del Gruppo Rizzoli sono inoltre detenute dalla potente Mediobanca, dall’imprenditore Diego Della Valle (proprietario di Hogan e Tod’s e importante azionista di Italo), dall’assicurazione Unipol e dalla multinazionale Pirelli (ormai controllata da un’impresa pubblica cinese).

Meriterebbe un capitolo a parte l’impero creato da Silvio Berlusconi, a partire da Mediaset, Mondadori, Il Giornale e Panorama. Molti hanno scritto in merito al conflitto d’interessi dell’imprenditore lombardo, ma qui basta ricordare che i giornali e le televisioni commerciali possedute da Berlusconi non solo hanno agevolato il suo personale percorso politico ma hanno anche profondamente influito sull’immaginario collettivo degli italiani, favorendo la diffusione del processo di deculturazione del Paese.

La potente famiglia di costruttori Caltagirone possiede, invece, il controllo su Il Messaggero, Il Mattino, Leggo e il Gazzettino, mentre il quotidiano cattolico Avvenire è controllato direttamente dalla conferenza dei vescovi italiani (CEI).
Un particolare cenno va fatto all’eccezione rappresentata dal quotidiano comunista Il Manifesto e dal giornale Il Fatto Quotidiano, molto vicino alle idee del Movimento Cinque Stelle. Il primo, infatti, è edito da una cooperativa composta dai propri giornalisti, mentre il secondo è pubblicato da una società di capitali controllata, in misura maggioritaria, da alcune grandi firme del giornale.
Per quanto riguarda l’informazione economica, infine, il quotidiano più letto è sicuramente Il Sole 24 Ore, testata ufficiale di Confindustria, la principale organizzazione rappresentativa degli industriali; Italia Oggi, così come Milano Finanza, Capital e Class sono controllate, invece, da una società residente in Lussemburgo, per cui è difficile comprendere chi siano i reali proprietari.

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