Cannabis light, cresce l’uso dopo la pandemia: dalla farmaceutica alla cosmesi fino all’edilizia

Farmaceutica. Cosmesi. Uso alimentare. Packaging. Edilizia. E anche design.

Con un’attenzione marcata alle infiorescenze e alla loro provenienza da coltivazione biologica e certificata. È cresciuto sempre più, specie durante la pandemia, l’interesse verso la cannabis light (canapa a basso contenuto di Thc, che non ha quindi effetti stupefacenti) che, secondo il Consorzio nazionale per la tutela della canapa industriale porterà un giro d’affari intorno ai 36 miliardi di euro su scala europea entro l’anno.

Nella Capitale, due giovani classe 1993, hanno individuato in questo settore la possibilità di costruire un’economia sostenibile e una soluzione alla crisi del lavoro dovuta alla pandemia: si tratta di Francesco Garassino e Giorgio De Angelis, entrambi romani, che nel 2018 hanno fondato il delivery Just Hemp (https://www.justhemp.it/), un e-commerce per la vendita di cannabis legale. Con un clic, su Roma e Milano, in un’ora-un’ora e mezza la consegna arriva direttamente a domicilio azzerando i tempi di attesa di un normale corriere.

 

Dopo aver conquistato Le due città italiane, ora la startup sogna l’estero, grazie all’interesse di investitori da tutta Europa. Il prossimo passo sarà però l’estensione del servizio in due nuove città in Italia e l’assunzione di altri rider per le consegne su Roma e provincia, in vista dell’aumento degli ordini, cresciuto del 20% solo nell’ultimo anno. «Quando abbiamo lanciato Just Hemp eravamo in due. Oggi siamo un’azienda più strutturata che dà lavoro a 15 persone, quasi tutti under 30. Contiamo una media di 30 consegne al giorno tra Roma e Milano, la maggior parte degli acquirenti ha dai 25 ai 35 anni, ma arrivano ordini da persone di ogni fascia di età, dai collezionisti a chi utilizza le infiorescenze per rilassarsi in periodi di particolare stress psicofisico», spiega Giorgio De Angelis.

«Compriamo i fiori solo da fornitori italiani e ci affidiamo ad aziende agricole medio piccole, molto spesso gestite da ragazzi della nostra età, che hanno la nostra stessa idea di una filiera cento per cento italiana per garantire un prodotto controllato e di qualità». Eppure l’argomento è ancora un tabù. «Per la realizzazione dei nostri prodotti viene utilizzata una varietà di canapa che contiene una quantità di principio attivo di gran lunga inferiore ai limiti stabiliti dalla legge italiana», conclude Francesco Garassino.

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