Dolore e infiammazione

Forse non sempre si può annullare la causa del nostro dolore, ma spesso possiamo modificare o eliminare la sua percezione. Chi è costretto a vivere con una patologia o problematica, non deve per forza essere esposto alla sensazione del dolore o infiammazione.

Gli esseri umani sono dotati di una “rete” composta da milioni di recettori capaci di interagire con i cannabinoidi: sostanze che sono già prodotte in minima parte dal nostro stesso organismo (chiamate endocannabinoidi) e che possiamo incrementare con i fitocannabinoidi (come CBD, CBG ecc.) che troviamo all’interno dei nostri concentrati.

Questa rete di recettori è conosciuta con il nome di “Sistema Endocannabinoide” (ECS) . Quindi, il nostro corpo è predisposto per natura a ricevere i fitocannabinoidi derivati dalla canapa senza riconoscerli come “agente esterno” ma semplicemente riconoscendo un aumento di produzione degli endocannabinoidi che l’organismo stesso già produce.

Il CBD (cannabidiolo) è un fitocannabinoide naturale della Canapa che agisce indirettamente sui recettori di questo sistema. Esercita la propria azione tramite molti meccanismi diversi: non agisce su una particolare patologia ma interviene a seguito di uno squilibrio del nostro sistema endocannabinoide provocato da uno stimolo, come nel caso del dolore. Alcuni studi (presenti su “National Library of Medicine”) hanno evidenziato come il cannabidiolo sia in grado di influire sui processi chimici caratteristici dell’endocannabinoide chiamato anandamide, una delle molecole neuro-modulatrici associate anche alla percezione del dolore.

In oltre il CBD è in grado di attivare recettori coinvolti con la trasmissione e la cronicizzazione del dolore ed è risultato infine essere promettente per il trattamento di due particolari tipi di dolore cronico, quello neuropatico e quello dovuto a un’infiammazione.

Una testimonianza tutta italiana arriva dal Dottor Marco Bertolotto, da 15 anni dirigente del Centro di terapia del Dolore e Cure Palliative dell’ospedale Santa Corona di Pietra Ligure, il quale durante la sua attività clinica si è confrontato ogni giorno con malati che soffrivano di ogni tipo di dolore.

Dott. Marco Bertolotto

Afferma che: “Le vie della conduzione e dell’elaborazione dell’esperienza dolorosa derivano da un circuito elettro-chimico sofisticatissimo, di cui conosciamo solo pochi aspetti, ma la cosa straordinaria è che in ognuno di queste tappe percorse dallo stimolo doloroso, ci sono recettori per i cannabinoidi, che hanno la funzione di modulare, ridurre o bloccare il dolore”.

 

COME CAMBIA LA PERCEZIONE DEL DOLORE

Le persone che hanno scelto di intraprendere il nostro percorso alternativo per il proprio benessere hanno iniziato ad assumere il concentrato di CBD, spesso su suggerimento del proprio medico o fisioterapista. Questo accade perché dopo mesi o anni di prescrizione farmacologica, anche gli esperti in medicina comprendono che il corpo umano cede all’assuefazione diventando refrattario al farmaco antidolorifico. La differenza sta anche e soprattutto in questo punto, perché è impossibile cadere in assuefazione di CBD in quanto il nostro corpo è predisposto per natura a tali fitocannabinoidi, come visto in precedenza.

Circa l’80% degli utilizzatori con i quali ci siamo confrontati, ha riportato un cambiamento della percezione del dolore, molto più accettabile rispetto alla situazione precedente e con un costante calo di ansia e nervosismo dovuto appunto alla percezione di dolore precedente all’utilizzo dei nostri concentrati. In una percentuale minore di utilizzatori, invece, il risultato è stato al quanto sorprendente, eliminando definitivamente o quasi il dolore.

Questa differenza è dovuta dal fattore umano, il CBD agisce su ogni corpo in modo positivo, ma con incidenza diversa. Ciò è dovuto ovviamente allo stato precedente in cui si trovava l’organismo, per quanto poco, siamo tutti diversi. Riscontri positivi sono arrivati anche dalle persone colpite da artrite o artrosi che hanno scelto questo percorso, ritrovando un sollievo nelle articolazioni mai provato prima.

Abbiamo visto, stupendoci, persone riutilizzare le mani come non riuscivano a farlo da molto tempo ormai, e condizioni di tensioni e contrazioni fisiche migliorate almeno del 40% dopo una settimana di utilizzo dei nostri concentrati di CBD. La nostra soddisfazione è immensa nel veder tornare il sorriso sul viso delle persone.

Ci teniamo sempre a sottolineare che il CBD non è un farmaco e i suoi benefici sono testimoniati dalla comunità scientifica da oltre trent’anni.

 

a cura di

Roberto D’Aponte

Formazione in Cannabinologia al Dipartimento di Neuroscienze Università degli Studi di Padova

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